IMPRENDITORIA IN PUGLIA, AGLI OCCHI DEI GIOVANI NON SIAMO UN PAESE PER GIOVANI

Ecco cosa rivelano i primi dati del sondaggio dell’Osservatorio “Mass Media, Società e Mercato”

sabato 24 Luglio 2021

Quello che risuona come uno dei tanti luoghi comuni legati all’occupazione giovanile è di fatto un argomento a cui il Centro Studi Comunicare l’Impresa si dedica dal 1993, offrendo pacchetti formativi  e fortemente innovativi, pensati in funzione della crescente richiesta del mercato di figure professionali particolarmente preparate e motivate, oltre all’organizzazione di Master in città estere quali Bruxelles, Lussemburgo, Praga, Barcellona, Londra e Berlino, offerte orientate ed ispirate dalla voglia di abbattere le difficoltà che i giovani laureati italiani si ritrovano spesso ad affrontare nella ricerca di un lavoro che sia affine agli sbocchi occupazionali agognati, bramati, talvolta disattesi e che di conseguenza hanno inciso sulla scelta di un determinato percorso formativo universitario, difficoltà quasi sempre dettate dal divario vigente tra offerta formativa ricevuta e competenze e skills di fatto utili all’inserimento in azienda.

L’Osservatorio “Mass media, Società e Mercato” nasce infatti da un progetto del Centro Studi Comunicare l’Impresa che in sinergia con il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’, ha avviato un’indagine, la quale ha l’obiettivo di analizzare, non proprio le caratteristiche delle imprese pugliesi, bensì la percezione che di esse hanno i nostri giovani laureati.

Al di là del cliché secondo il quale per trovare un lavoro appagante ed in linea con il proprio percorso formativo sia doverosamente necessario fare a malincuore bagagli e andare via, di fatto questo sentimento comune è retto dagli sconcertanti dati che negli anni hanno misurato le emigrazioni dei giovani meridionali tanto nel nord Italia quanto all’estero. Quanti articoli abbiamo letto di ricercatori precari del sud che in realtà lontane dal cuore, lontane da casa, poi abbiano letteralmente svoltato la propria vita ottenendo incarichi di fama o comunque coi quali godevano retribuzioni di fatto più dignitose?

Quello che il più delle volte spinge all'emigrazione non è la ricerca di un lavoro qualunque, perché qualcosa (anche se non quello che vogliamo) lo si trova nella terra natìa, bensì un'occupazione degna, avente un guadagno proporzionato, delle reali prospettive di crescita e delle responsabilità in linea con il valore e l’investimento in formazione messo in atto dai giovani e dalle faiglie che li ha supportati.

Secondo il sondaggio dell’Osservatorio inerente la percezione che i giovani hanno delle imprese presenti nella regione Puglia lo scenario complessivo non gode di certo di ottime impressioni, i giovani laureati pugliesi infatti considerano la realtà imprenditoriale del territorio natale meno che sufficiente, il che spiegherebbe la comune tendenza del cercare fuori dalla regione il proprio futuro lavorativo.

Prendendo in esame il fatto che circa quattro soggetti su dieci considerano la qualità dell’innovazione delle imprese pugliesi poco sufficiente o del tutto insufficiente, viene facile credere quale sia il passo successivo, partire, e talvolta mai più ritornare, di contro invece sono solo poco più di due i soggetti che su dieci esprimono una valutazione positiva a tal riguardo.

Le risposte sino ad ora raccolte (finora perché la rilevazione sarà attiva almeno sino alla fine del mese di ottobre 2021) mostrano valutazioni ancor più negative se espresse in relazione alle attività di welfare aziendale, probabilmente perché in molte realtà gli ambienti lavorativi sono tossici, poco stimolanti, ottusamente legati a dinamiche piramidali chiuse in cui magari i vari livelli amministrativo comunicano poco, se non comunicano affatto.

Certo, il mondo del lavoro riguardo a tali impressioni e considerazioni è altrettanto colpevole. Non a caso l’Ocse stima che in Italia i laureati fra i 25-34 anni guadagnano solo il 10% in più dei loro coetanei senza una laurea. Per capirci, in Inghilterra il valore economico di una laurea è del 35% e in Francia quasi il 45%. Questo dato diventa molto preoccupante quando si scopre che, al contrario, i laureati italiani fra i 55-64 anni in Italia, hanno un “bonus” sui guadagni fra i più alti d’Europa, quasi al 65%, mentre in Inghilterra non si va oltre il 45%. Quindi il mercato del lavoro italiano penalizza i giovani e valorizza gli anziani, anche a parità di titolo di studio.

La valutazione percepita dai giovani laureati peggiora ancora rispetto alla qualità della comunicazione delle imprese in generale; spiccano invece – e vengono valutate positivamente – quelle realtà aziendali che hanno profuso uno sforzo negli ultimi anni in termini di investimenti in comunicazione, atteggiamento che denota un’apertura intellettuale e culturale più ampia, più in linea con quelle che sono le tendenze imprenditoriali più smart, molto più slanciate verso il futuro che avidamente ancorate ad un passato oramai in declino, non a caso le aziende in crescita in Italia sono quelle aziende che oltre a saper fare bene si affidano anche a figure professionali che sappiano comunicare bene, impiegate nella costruzione dell’immagine che l’azienda ha deciso di dare di sé.

Come osservato, però, i dati sono parziali ed impongono cautela, occorrerà dunque attendere le analisi sui dati finali e l’elaborazione degli stessi raccolti dalla Prof. Letizia Carrera, la quale promuove il sondaggio attraverso il Dipartimento di Studi Umanistici Uniba.

Anche su questi temi verterà il convegno ‘COMUNICARE L’IMPRESA IN PUGLIA’: un vero e proprio talk show, che si inserisce nel quadro di un percorso avviato trent’anni fa dal Centro Studi Comunicare l’Impresa, e che rappresenta un’occasione di confronto tra alcuni ‘capitani d’impresa pugliesi’ protagonisti sul territorio, che si misurano sulle strategie di comunicazione e di innovazione, illustrando mezzi adottati e idee e risultati conseguiti, spesso in un’ottica di internazionalizzazione della propria impresa, a partire dall’analisi delle proprie case-histories,.

L’appuntamento è per il prossimo lunedì 13 dicembre. Un'intensa giornata con quattro diversi tavoli di lavoro presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi ‘Aldo Moro’ prevederà il coinvolgimento di imprenditori, docenti universitari e professionisti della comunicazione.

I giovani laureati e laureandi infine saranno un’altra parte attiva dell’evento in quanto promotori di idee innovative e di nuove strategie; oltretutto per incantivare la partecipazione giovanile agli studenti del Dipartimento di Studi Umanistici al convegno saranno concessi crediti formativi universitari e, a tutti coloro che ne faranno richiesta sarà rilasciato un attestato di partecipazione.

Un’occasione di stimolo per il territorio e uno sforzo concertato per la diffusione della cultura d’impresa che vuole essere anche un contributo concreto alla crescita della nostra regione, che in controtendenza con altre realtà del Meridione almeno ci prova a fare sì che questo non sia più considerato unicamente un paese per vecchi, offrendo un ponte di dialogo che orienti le nuove generazioni in maniera proficua e le aziende ad investire di più e meglio sulle sue giovani menti e porre finalmente freno a questa odiosa e rammaricante fuga di giovani, brillanti menti.

Certo il cosiddetto “pacco da giù” mamme e nonne avranno sempre il piacere e l’amore di spedirlo, certo fare esperienza formativa e lavorativa all’estero è un momento che ogni giovane dovrebbe avere l’opportunità di assaporare, perché forgia non solo l’intelletto, ma anche l’anima, ma oltre a saper partire, oltre al "mi dispiace devo andare" dovremmo anche imparare a considerare l’ipotesi di poter ritornare, senza più associare il ritorno nella propria terra ad un amaro fallimento o ad un miserabile passo indietro.

Quella di veder crescere una realtà regionale, la nostra realtà regionale è una sfida audace certo, ma magari iniziare a dialogare e divulgare l’esperienza di chi ce l’ha fatta a dare valore alle nostre eccellenze, tanto dal riuscire talvolta a farle espatriare, potrebbe diventare fonte d’ispirazione per chi non ci ha creduto abbastanza, motivo di rivalsa per chi non ci credeva più, acquisizione di fiducia per chi animato dai soliti luoghi comuni nella nostra Puglia non ci ha mai creduto.

 

murales in foto "Ritornerai...?" di Daniele Geniale

Stefania Tursi

TAGS: Osservatorio Mass Media Società e Mercato | Centro Studi Comunicare l’Impresa | Università degli Studi di Bari | Dipartimento studi umanistici | sondaggio | giovani ed imprenditoria | controradio bari

Potrebbe interessarti...

Ultime Notizie