
RAFFAELLA CARRA, LA QUEEN ELIZABETH DELLA TELEVISIONE ITALIANA
ATTRICE, CANTANTE, SHOW GIRL, ICONA DEL DEGLI ITALIANI NEL MONDO, DEGLI ITALIANI TUTTI

Indiscussa regina della televisione nazionale ed internazionale, Raffaella Carrà, con profonda tenacia, ma mai senza eleganza ha sfidato tabù ancor oggi perentoriamente discussi, dall’ombelico scoperto all’amore vissuto con libertà anche e soprattutto dalle donne, per non parlare dell’essere involontariamente stata proclamata paladina semplice e pacata della comunità LGBTQ+, “pacata” perché non s’è l’è mai spiegato neanche lei com’è che fosse diventata un’icona gay, “semplice” perché a tal riguardo ha messo semplicemente in chiaro che nell’approcciarsi al prossimo ci vedeva essenzialmente delle creature, meritevoli di dignità e rispetto a prescindere, al di là delle dinamiche amorose presenti nell’intimità privata. Una bellezza dirompente, trasgressiva, ma allo stesso tempo pulita, paradosso che le è valso anche l’amore e l’ammirazione di miriadi di donne.
Ripercorrendo la carriera di questa donna è facile rendersi conto di quanto abbia saputo imporsi da showgirl subordinata a prima donna e padrona di casa, in un mondo, quello della televisione di cinquant’anni fa, in cui per decenni il ruolo del conduttore principale era riservato solo a figure indubbiamente carismatiche, sì, ma essenzialmente di sesso maschile, una pseudo lotta al patriarcato, che come ogni cosa deve necessariamente passare per il media più dirompente e diffuso del suo tempo, la televisione nazionale per l’appunto.
Giovanissima interprete insieme a Marcello Mastroianni del film di Mario Monicelli “I compagni” del 1963, non ebbe poi grande seguito come attrice tanto quanto il film su citato che, nonostante la candidatura all’oscar come migliore sceneggiatura originale, non godette di fatto di corale consenso.
Sul grande schermo ci arriverà, indirettamente però se ci pensate, e senza neppure andarne così esplicitamente fiera, di fatto però tutti i cinefili si ricorderanno che Paolo Sorrentino nel suo “La grande bellezza” adopererà come colonna sonora proprio una canzone della Carrà, seppure nella versione remixata da Bob Sinclair.
La Carrà nel frattempo si è così dedicata alla musica, al ballo, alla conduzione di programmi popolari rivolgendosi con rispetto, empatia ed intraprendenza tanto alle star internazionali che ha avuto l’onore di accogliere nelle sue trasmissioni tanto alla gente comune a cui per svariate edizioni ha regalato commuoventi sorprese, ognuno di noi di fatto ricorderà l’indimenticabile melodia di sottofondo a Carramba! Che Sorpresa! Programma così popolare che darà i natali all’oramai noto neologismo “carrambata”.
Raffaella Carrà ha sempre celebrato l’amore in tutte le sue sfaccettature, il suo essere un po’ mamma senza mai diventarlo, il suo essere esuberante, ma mai volgare, profondamente riservata lontano dai riflettori, ma mai diva nel senso più spregiativo del termine, ha dimostrato senza mai dirlo che una donna amata, acclamata e rispettata è tale per l’intero che rappresenta e non in virtù del suo essere moglie, tantomeno in virtù del suo essere madre, semplicemente per la sua dedizione e vocazione a quelle che sono state le sue passioni ed i suoi sogni di bambina, per la sua professionalità ed empatia dimostrata, per il suo essere una persona di talento, punto.
La Queen Elizabeth degli italiani perché di fatto trattasi di regina e poi come lei non ha mai avuto consorti noti con i quali magari impreziosire il suo status, infatti Raffaella Carrà non è mai scesa ai beceri compromessi delle dinamiche del gossip, anzi li ha anche pubblicamente criticati e citati in giudizio quando hanno leso e ferito la sua persona, inoltre la sua permanenza in Rai a suo modo ha visto come il regno dell’età Elisabettiana, una fioritura artistica dell’ambito televisivo che ancor oggi indelebilmente appartiene all’identità popolare della nostra penisola italica e non solo.
Addio Raffaellona Nazionale, con la tua scomparsa scompare anche un po' della gioviale leggerezza coi cui eri capace di trasformare anche il più esiguo degli assembramenti in una travolgente e gaia festa.
Foto di Francesco Capurso