
RIMPATRIATO DAL BELGIO TESORO ARCHEOLOGICO APPARTENENTE ALLA PUGLIA
782 REPERTI, DATABILI TRA IL VI ED IL III SEC. A.C. ILLECITAMENTE TRAFUGATI ED ESPATRIATI AD ANVERSA

Culla delle colonie magnogreche e territorio militarmente strategico dell’Impero Romano, sui territori dell’Apulia del primo millennio avanti Cristo si sono susseguite battaglie tumultuose, ma anche floridi periodi di pace restituitici mediante oggetti e siti archeologi rinvenuti poi nel tempo.
Affascinato a tal punto dal valore storico-artistico degli oggetti in questione, un collezionista belga se ne è impropriamente appropriato, inserendo nella sua collezione privata la bellezza di 782 pezzi appartenenti ed originari del territorio pugliese, portandosi via un’intera collezione del valore stimato di 11 milioni di euro.
-Le indagini, avviate nel 2017 a seguito di una segnalazione del Laboratorio di Restauro della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta, Andria, Trani e Foggia, hanno consentito di individuare, nella disponibilità di un facoltoso collezionista belga, una stele daunia dalle peculiarità decorative tipiche dell’area archeologica di Salapia, agro del Comune di Cerignola (FG), pubblicata sul catalogo realizzato in occasione della mostra intitolata “L’arte dei popoli italici dal 3000 al 300 a.C.”-
Successivi accertamenti effettuati in Svizzera tramite il servizio INTERPOL e finalizzati all’identificazione del detentore della stele di provenienza pugliese, hanno fatto sì che l’indagine inerente in principio unicamente il recupero della stele evolvesse poi nel recupero di ulteriori reperti ceramici di notevole interesse storico-artistico, reperti trafugati da corredi funerari di tombe clandestinamente scavate nel nostro territorio.
Infatti i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari hanno avanzato, alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, la richiesta di emissione di un Ordine Europeo di Indagine finalizzato alla ricerca ed all’eventuale sequestro di ulteriori beni archeologici di provenienza italiana, potenzialmente giacenti nel repertorio privato del collezionista belga, tra l’altro partecipante abituale di alcuni convegni annuali di interesse internazionale inerenti l’approfondimento e la promozione dell’interesse della storia della Magna Grecia sviluppatasi nelle aree pugliesi, convegni ininterrottamente tenutisi nella città di Taranto dal 1961 ad oggi.
Mentre nel dicembre 2018 la Procura della Repubblica di Foggia ha emesso l’Ordine Europeo di Indagine, poi eseguito dalla Polizia Federale belga con la partecipazione di militari del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bari, mediante indagini incrociate è stata sia individuata la stele daunia presso l’abitazione del collezionista in un comune della provincia di Anversa in Belgio, che verificato quanto il frammento conservato presso il Museo di Trinitapoli fosse perfettamente sovrapponibile e complementare alla parte mancante della stele trafugata nell’abitazione privata del collezionista.
Oltretutto durante la perquisizione centinaia di reperti in ceramica figurata apula e altre stele daunie, tutte illecitamente esportate dall’Italia, sono state quindi sottoposte a sequestro e reintrodotte nel loro territorio di origine, nonostante i ripetuti ricorsi dell’indagato. Ricorsi tutti inesorabilmente respinti.
-Il successo della presente operazione rappresenta il frutto di una sinergica ed unitaria azione che ha visto quali protagonisti decisivi i magistrati italiani e belgi in servizio presso EUROJUST, nella preziosa funzione di coordinamento della cooperazione internazionale e ausilio nella interlocuzione tra Autorità Giudiziaria italiana ed Autorità Giudiziaria belga.-
Grazie all’intuizione di un funzionario del Laboratorio di Restauro del museo archeologico di Trinitapoli, alla sua segnalazione e meticolosa raccolta delle fonti ed al lavoro sinergico dei reparti di tutela del patrimonio e delle forze dell’ordine e giudiziarie nostrane e belghe ecco che un numero elevato di vasi apuli a figure rosse, anfore, ceramiche a vernice nera, ceramiche indigene e attiche, ceramiche a decorazione dipinta geometrica e figurata, stele figurate in pietra calcarea dell’antica Daunia e ancora numerosissime terrecotte figurate “tanagrine”, testine fittili e statuette alate sono state finalmente esaminate, censite e rimpatriate dopo essere state illecitamente depredate e smembrate dai loro originari contesti archeologici.
L’auspicio è quello che vengano nel minor tempo possibile donate alla collettività oltre che messe a disposizione degli studi storico-archeologici delle nostre più remote origini, che come abbiamo avuto modo di vedere, a distanza di secoli non hanno ancora smesso di sorprenderci.