PUGLIA, DALL’ENTROTERRA AI FONDALI MARINI, LA PIAGA DEI RIFIUTI SPECIALI

L’appello di Renato Ventura, Coordinatore Guardie Ecozoofile, nell’intervista rilasciata a Controradio Bari

mercoledì 21 Aprile 2021

Inesorabile ed inesauribile, l’Associazione Nazionale Guardie Della Natura, presente sul territorio pugliese dal 2011, che ribadisce tanto alle autorità di competenza quanto alla comunità civile, l’ennesimo amaro richiamo, affinché il degrado ambientale di cui sono stati e sono tuttora testimoni, un degrado legato, sì, alle conseguenze della scelleratezza del singolo, ma talvolta abbandonato alla lentezza dell’intervento pubblico, possa finalmente essere ridimensionato ai minimi termini e così sperare che immagini aberranti come questa diventino un giorno, solo un lontano e triste ricordo.

Stando all’intervista gentilmente concessaci da Renato Ventura, tanto le aree agricole quanto quelle marittime, riguardo l’inquietante presenza di rifiuti speciali, se la giocano praticamente alla pari. Un dato sconcertante, che oltre ad essere uno scempio profondamente discordante con i nostri meravigliosi paesaggi, rappresenta un reale pericolo per la salute di flora e fauna delle aree di interesse e limitrofe, e, dulcis in fundo, dello stesso essere umano che, ancora una volta, da carnefice diviene vittima delle sue stesse attività.

Elettrodomestici abbandonati in aperta campagna, come quelli visibili in foto, che, nello specifico lì giacciono, da Giugno 2020, oltretutto abbandonati in un’area adiacente la falda acquifera che arriva dal Petrusillo, che col tempo deperiscono in percolato, permeano il sottosuolo sottostante e di conseguenza ne vanno a contaminare la falda, la cui acqua è destinata anche ad uso alimentare.

Ad essi si aggiungono lamiere di asbesto (meglio noto come amianto) le cui conseguenze cancerogene sono ben note in Italia dal ’92; massicce quantità di lana di vetro (materiale adoperato in edilizia come isolante termico e acustico, il cui smaltimento deve avvenire in apposita discarica e di certo non in aperta campagna) e infine detriti ingombranti di calcestruzzo (anch’essi catalogabili come rifiuti speciali e dunque il cui abbandono in spazi non idonei rappresenta un reato).

Potremmo dilungarci all’infinito nell’inventario dei rifiuti abbandonati, per così dire, alla luce del sole, una catalogazione poco felice, messa giorno dopo giorno nero su bianco dal lavoro delle Guardie Ecozoofile; eppure ve n’è un’altra, invisibile, eppure altrettanto sconcertante, quella dei rifiuti che si vanno ad accatastare nei fondali marini, a largo delle nostre coste cristalline, sì esatto, le stesse in cui d’estate ci andiamo a rinfrescare, chi per un tuffo, chi per una partita di beach, chi per un po’ di kitesurf.

Stando ai rilievi del team dell’associazione, le tonnellate di materiale tossico derelitto nei fondali della Puglia vanta ogni genere di scarto, dalle reti da pesca alle carcasse di automobili, dai ciclomotori ai pneumatici di gomma, a tutto ciò che oramai, inutile, scomodo o deteriorato, per pigra “genialità” si fa presto a gettare a mare.

Come se non bastasse anche l’adopero sconsiderato di fito-farmaci e fertilizzanti, rappresenta per l’Associazione Nazionale Guardie Della Natura un ulteriore versante di battaglia nella tutela dell’ambiente che ci accoglie, di cui siamo prole, ospiti passeggeri e non, erroneamente a quanto in molti credono, padroni disumani e talvolta criminali. Il fatto che le autorità si ritrovino spesso colte alla sprovvista dalla considerevole mole di lavoro e di conseguenza condannate ad una apparente inoperosità che ne ritarda i relativi verbali punitivi, non solleva nessuno di noi dalla condizione di criminali, perché al di là dell’onere morale, deturpare irreversibilmente il nostro habitat rappresenta ufficialmente un crimine, che si tratti di emissioni, di riversamento di fluidi contaminati o più semplicemente dell’abbandono disseminato di materiali tossici, questi gesti vergognosi rappresentano, tutti, dei reati ambientali, puniti talvolta con la reclusione.

Alla luce di tutto, insieme a Renato Ventura ed agli ammirabili membri del suo team, invito i singoli e le autorità a cooperare per la tutela della nostra terra, del nostro habitat.

Voglio sperare e immaginare che esistano persone ancora sensibili alla salute dell’ecosistema, capaci di esprimere empatia e sentimento per ogni singola manifestazione di Madre Natura, in grado di rispettare ogni sua singola estensione, dal laborioso lavorio delle api, eroine dell’impollinazione, alla crescita spontanea di un fiore, dall’avvistamento di un delfino a largo dei nostri mari al paguro che si spera troverà sempre una conchiglia come guscio e non debba mai ripiegare in un inquietante tappo di bottiglia.

Una di queste persone è proprio Renato, che ringrazio per il suo impegno nella tutela delle aree agricole e marittime della Puglia ed il cui appello mi auguro venga accolto e messo in atto.

Concludendo vorrei citare un antico detto Masai, molto vicino alla filosofia dell'Associazione, ebbene

NON ABBIAMO EREDITATO QUESTO MONDO DAI NOSTRI GENITORI, L’ABBIAMO PRESO IN PRESTITO DAI NOSTRI  FIGLI.

Stefania Tursi

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