«La verginità di una giovane è come un orzaiolo nell’occhio del diavolo». Questa è la didascalia che avverte gli spettatori nella scena iniziale de “L’Occhio del Diavolo”, celebre film del 1960 con cui il grande regista svedese Ingmar Bergman trasferì sul grande schermo un lavoro radiofonico dell’autore Oluf Bang. Da quest’ultimo trae ispirazione lo spettacolo teatrale intitolato “Il Diavolo e la Vergine” del regista Marco Grossi, che andrà in scena sabato 7 aprile, alle ore 21:00, presso il Teatro Traetta di Bitonto. La trama segue quella della narrazione radiofonica: la verginità di una ragazza provoca un orzaiolo nell’occhio di Satana, e ne scatena la furia. Il Diavolo allora decide di inviare sulla terra Don Juan e il suo servo, affinché alla giovane venga strappata la sua verginità prima del matrimonio della stessa. Così, il più grande amatore della letteratura, Don Giovanni, rappresentante maximo della seduzione egoistica per eccellenza, si trova a dover affrontare, quattrocento anni dopo, il nuovo mondo dell’amore. Lo spettacolo vedrà sul palco ACU – Associazione Compagnia Urbana con un cast di ben 10 attori diretti da Grossi, che ha curato l’andamento del testo teatrale, e che sarà anche lui in scena nei panni del conquistatore di donne Don Juan Tenorio. Al suo fianco reciteranno (in ordine di apparizione) Gaetano Modugno, Sabrina De Palo, Antonio D’Ingillo, Pietro Cannito, Sarah Pofi, Marco Battaglia, Ivana Stellacci, Francesca Parisi e Ines Froio. Uno spettacolo arricchito dalla scenografia firmata da Irene Fiore, disegno luci di Fabio Fornelli, nonché i costumi di Caterina Colamorea, il trucco a cura di Arkè. Ai microfoni di Controradio il regista Marco Grossi. Ascoltiamo le sue parole (intervista in allegati).

Redazione Controradio