
Al via a Bari Visioni di Periferia
Il quartiere San Paolo tra cinema sociale, cultura e integrazione
Una periferia, il quartiere San Paolo di Bari, che scandaglia il mondo delle periferie, locali e no. In chiave sociale, culturale e di integrazione, con l’utilizzo di vari strumenti. A cominciare da una rassegna con otto titoli d’autore, declinando temi come valorizzazione delle differenze, legalità, cittadinanza attiva, rapporto genitori-figli, integrazione. E poi laboratori di didattica dell’immagine, e spettacoli e workshop di Circo sociale. Ma anche - ad ottobre - un Festival delle periferie. Sono gli ingredienti di Visioni di Periferia, progetto promosso dal Centro Multimediale Karol della Fondazione Giovanni Paolo II onlus, finanziato con fondi Siae e Mibact nell’ambito del bando Periferie Urbane - programma “Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura”, e patrocinato dagli assessorati al Welfare e alla Cultura del Comune di Bari. Il progetto e i suoi appuntamenti, sempre gratuiti e aperti a tutti, sono stati presentati ieri mattina a Palazzo di Città: “Cinema e circo - ha esordito l’assessore comunale alla Cultura, Silvio Maselli - sono due forme d'arte solo apparentemente distanti. Entrambi, infatti, hanno a che fare con il movimento. L'una è immagine e suoni in movimento. L'altro è corpi e parole in movimento. E in movimento è la nostra città, ricca di esperienze, di umanità, di innovazione sociale, di creatività. Dedicare attenzione al cinema di contenuto, attento ai temi delicati dell’integrazione, della marginalità, dei conflitti sociali e interpersonali; insieme al teatro di strada, accompagnandoli con cicli di preparazione seminariale dimostra, ancora una volta, che dalle periferie sorge la città nuova che desideriamo. Dai margini si converge al centro e si rende la città coesa, aperta, attrattiva”. A spiegare i contenuti, la coordinatrice del progetto Stefania Monopoli: “Visioni di periferia è educazione alla bellezza. E’ il nostro essere visionari: chi partendo dalla realtà sogna costruttivamente, semplificando la complessità. La realtà è quella di periferie urbane e sociali sempre più diffuse e problematiche; la visione è accorciare le distanze attraverso lo stimolo di collanti sociali forti quali la fiducia e il senso di appartenenza; il mezzo, sono le azioni del progetto”.