
Punta Perotti, risarcimento di 46 milioni di euro
Lo Stato chiede indietro la somma versata alle imprese costruttrici, ma il Comune si oppone
Ennesimo colpo di scena nell’infinita vicenda di Punta Perotti, il complesso immobiliare edificato a Bari nel 1995 e abbattuto nel 2006 in quanto non in norma per la zona costiera in cui era posizionato. Lo Stato ritorna a “spingere” e a richiedere al Comune di Bari 46 milioni e 80mila euro per il risarcimento delle imprese costruttrici. Le imprese aventi diritto di risarcimento sarebbero Sud Fondi con 37 milioni di indennizzo, Mabar con 9,5 milioni e Iema con 2,5 milioni. Non ha caso a maggio del 2012 la Corte Europea dei diritti dell’uomo aveva infatti condannato l’Italia al maxi-risarcimento di 49 milioni di euro per la confisca arbitraria dei suoli, nonostante l’assoluzione degli imputati dal reato di lottizzazione abusiva. In altre parole per la Corte la confisca non aveva una base legale ai sensi dell’art.7 della Conversazione e dell’art.1 del Protocollo n°1. Ma si è subito pronti ad aprire una nuova battaglia, in quanto Palazzo di Città si è opposto alla richiesta del governo e ha già messo in atto i propri legali per procedere con la vicenda davanti ad un giudice, con l'accertamento negativo del diritto di rivalsa. “Contestiamo il diritto di rivalsa non essendo imputabile al Comune di Bari alcun episodio di violazione delle disposizioni della Convenzione per la salvaguardia dei diritti e delle libertà fondamentali”- ha dichiarato il sindaco di Bari Antonio Decaro - “Non possiamo accettare questo accanimento, trattandosi fra l’altro di una confisca che lo Stato stesso ha deciso all’epoca a carico dei privati. E nella quale c’è da parte nostra totale estraneità”.