
Concorsi universitari di cardiologia pilotati
Secondo i giudici di Bari ci sarebbe stata una rete nazionale di controllo
C’era una vera e propria rete nazionale di controllo dietro il pilotaggio dei concorsi universitari di cardiologia avvenuti sino al 2004. Per il tribunale di Bari, oltre all’imputato Paolo Rizzon, cardiologo barese, era coinvolto anche suo figlio Peter Brian e altri due docenti. La presunta associazione per delinquere agiva sulla base di "regole non scritte ma conosciute nell'ambiente universitario della cardiologia" che "si imponevano come obbligatorie ai consociati". I giudici, che utilizzano termini come 'obbedienza' e 'padrino di carriera', parlano di un "metodo collaudato" in cui tutti rispettavano gli ordini che arrivavano dall'alto, "anche perché - si legge nelle motivazioni della sentenza - se qualcuno non si atteneva alle indicazioni di voto, si attiravano le ritorsioni dei capi dell'associazione". "Pur dovendosi ritenere ampiamente provata l'esistenza e l'operatività del sodalizio" concludono però i giudici, il reato è ormai prescritto.